La prima richiesta è arrivata alla Tenda Rossa del Valdarno ma in questi tempi in cui ci siamo abituate a cerchi più grandi e più dispersi abbiamo pensato di crearne uno nuovo che fosse accoglienza, ascolto e sostegno, che fosse un ritrovarsi fra donne, un luogo sicuro.
Ci sono stati altri incontri e abbiamo scelto di aprire ad ancora più donne la possibilità di essere parte. Di seguito tre presentazioni, tre visioni, tre donne e le loro verità. Abbiamo deciso che ci incontriamo fine luglio e che ci serviremo di storie (archetipi ed anche le storie che ognuna si porta nella propria memoria cellulare) come struttura che tenga insieme il tema della separazione.
Se vuoi partecipare scrivi a [email protected]
Ciao care donne.
Questo è il mio pensiero e intento.
Separazione dall'altro.... oltrepassando la mancanza e tutto ciò che ci può essere stato o no, rimane uno spazio, dove il piacere di sentirsi libera si alterna alla mancanza di quel progetto, progetto al quale hai dato e investito tutto il tuo essere per molto tempo.
Parlo di ciò che ancora non è contemplato, quel fare sottile di un femminile... di quella intuizione che tessi mentre stendi il bucato, che arriva a te come una farfalla dal nulla.
Ne senti la bellezza , ne scorgi la visione...
Questa cresce dentro ...la nutri , la realizzi con l'altro, mentre guardi lui spendere per se.
Poi la separazione, ciò che abbiamo fatto va diviso.
L'architetto non è riconosciuto, ciò che hai fatto non è catalogabile, classificabile e spendibile. Lo dice anche a malincuore l'avvocato donna.
Guardi l'altro godersi ciò che hai tessuto, indirizzato, sostenuto, incoraggiato e pagato, mentre ricordi ancora lui sdraiato sul divano un po' scocciato.
L'architetto è stanco, imbiancato e solitario.
Il nido è vuoto così come il fondo pensione.
Allo stesso tempo guardi indietro, ti sei riconosciuta ...
Amabile guerriera senza sosta, con delicata inconsapevolezza hai saputo riempire di fiori le montagne.
Care donne, vorrei condividere le nostre storie, creare reti di sostegno e vicinanza... Compattarsi... Ritrovarci..
Passare ad altre donne informazioni, esplorare le esperienze, riflessioni, consapevolezze acquisite e scambiarcele come fossero dei doni, per poi volare.
Catia
Ciao care,
qui sotto qualche mia riflessione sulla separazione.
La separazione è divenire esule dall'isola dell'altro. Per sempre errante in terre diverse, lontane, sapendo di non poter più tornare.
Per sempre, ineluttabilmente: termini che fanno salire un nodo alla gola, che ti fanno sentire tutto il vuoto della mancanza, la durezza della barriera che si erge tra te e quello che era.
Ci sono barriere davvero insormontabili, altre dalla consistenza più eterea, che fanno meno paura. Ma forse le seconde sono le più temibili, perché ti lasciano in uno stato di "possibilità"
che si trascina, ti trascina, nel suo gorgo per tanto tempo.
La separazione la viviamo quotidianamente: da ciò che eravamo, dal mondo come lo conosciamo. Da coloro che amiamo, che allontaniamo noi o se ne vanno, ci abbandonano, o semplicemente crescono e lasciano il nido.
Un vero antidoto al dolore della separazione non esiste e forse non c'é ragione che esista.
La condivisione delle storie di separazione nel cerchio, l'amorevole accoglienza e non-giudizio delle altre donne possono essere d'aiuto.
Per questo mi farebbe piacere impegnarmi in questo percorso di ascolto e condivisione.
Un affettuoso saluto!
Laura
Ciao Donne.
Come da impegni presi vi invio il mio testo su cosa io intendo per separazione con la premessa della piena consapevolezza, mia personale, grazie a letture fatte che mi hanno aiutata ad elaborare.
Ognuna di noi nella vita si trova, prima o poi, a fare esperienza della separazione.
Prima fra tutte quella che in modo graduale facciamo da bambine nel rispetto del tempo dell’infanzia, non in modo drammatico o traumatico. Come avviene questo primo passaggio sembra segnare le modalità mediante la quale affrontiamo tutte quelle separazioni che la vita nel suo corso ci presenterà.
In particolar modo il distacco dalla madre, segno di maturazione e di crescita che ogni individu@ deve necessariamente fare/rinunciare per crescere.
Quando si parla di separazione io personalmente intendo un DISTACCO.
Dagli affetti che c’erano e che non ci sono più, o che non ci saranno mai più significativamente ad una fase della vita che non tornerà mai più.
Alle illusioni, sogni e desideri che hanno brulicato sotto pelle e che si sono interrotti.
I sentimenti e le emozioni che si possono provare nel passaggio dall’essere figlia e diventare madre.
Dall’essere donna e diventare Crona senza che nel mezzo ci sia stato altro.
Accettazione della rinuncia.
Vi abbraccio.
Manila
"Avere fiducia nei veri principi non è mai una scelta facile. Ma certamente non è sempre saggio credere alla validità dell'opinione comune. Ci viene invece chiesto di ascoltare le nostre domande più profonde riguardo alla realtà e lasciare che ci dirigano verso la comprensione intuitiva; non permettere ai dubbi e alla mera congettura di dissuaderci. La fiducia è una profonda forza di trasformazione. E così pure la pazienza. I valori della cultura corrente mettono l'accento sulla gratificazione istantanea. 'Ora' è tutto. Per prendere un esempio dalla botanica, non possiamo veder crescere un albero. Il processo di una ghianda che si trasforma in una grande quercia è quasi inimmaginabile. Se aspiriamo a ciò che è interiormente davvero grande, ciò che è intrinsecamente libero da sofferenza, abbiamo bisogno di fiducia. Abbiamo bisogno di pazienza. Come gli alberi queste virtù possono essere coltivate."
Ci sono stati altri incontri e abbiamo scelto di aprire ad ancora più donne la possibilità di essere parte. Di seguito tre presentazioni, tre visioni, tre donne e le loro verità. Abbiamo deciso che ci incontriamo fine luglio e che ci serviremo di storie (archetipi ed anche le storie che ognuna si porta nella propria memoria cellulare) come struttura che tenga insieme il tema della separazione.
Se vuoi partecipare scrivi a [email protected]
Ciao care donne.
Questo è il mio pensiero e intento.
Separazione dall'altro.... oltrepassando la mancanza e tutto ciò che ci può essere stato o no, rimane uno spazio, dove il piacere di sentirsi libera si alterna alla mancanza di quel progetto, progetto al quale hai dato e investito tutto il tuo essere per molto tempo.
Parlo di ciò che ancora non è contemplato, quel fare sottile di un femminile... di quella intuizione che tessi mentre stendi il bucato, che arriva a te come una farfalla dal nulla.
Ne senti la bellezza , ne scorgi la visione...
Questa cresce dentro ...la nutri , la realizzi con l'altro, mentre guardi lui spendere per se.
Poi la separazione, ciò che abbiamo fatto va diviso.
L'architetto non è riconosciuto, ciò che hai fatto non è catalogabile, classificabile e spendibile. Lo dice anche a malincuore l'avvocato donna.
Guardi l'altro godersi ciò che hai tessuto, indirizzato, sostenuto, incoraggiato e pagato, mentre ricordi ancora lui sdraiato sul divano un po' scocciato.
L'architetto è stanco, imbiancato e solitario.
Il nido è vuoto così come il fondo pensione.
Allo stesso tempo guardi indietro, ti sei riconosciuta ...
Amabile guerriera senza sosta, con delicata inconsapevolezza hai saputo riempire di fiori le montagne.
Care donne, vorrei condividere le nostre storie, creare reti di sostegno e vicinanza... Compattarsi... Ritrovarci..
Passare ad altre donne informazioni, esplorare le esperienze, riflessioni, consapevolezze acquisite e scambiarcele come fossero dei doni, per poi volare.
Catia
Ciao care,
qui sotto qualche mia riflessione sulla separazione.
La separazione è divenire esule dall'isola dell'altro. Per sempre errante in terre diverse, lontane, sapendo di non poter più tornare.
Per sempre, ineluttabilmente: termini che fanno salire un nodo alla gola, che ti fanno sentire tutto il vuoto della mancanza, la durezza della barriera che si erge tra te e quello che era.
Ci sono barriere davvero insormontabili, altre dalla consistenza più eterea, che fanno meno paura. Ma forse le seconde sono le più temibili, perché ti lasciano in uno stato di "possibilità"
che si trascina, ti trascina, nel suo gorgo per tanto tempo.
La separazione la viviamo quotidianamente: da ciò che eravamo, dal mondo come lo conosciamo. Da coloro che amiamo, che allontaniamo noi o se ne vanno, ci abbandonano, o semplicemente crescono e lasciano il nido.
Un vero antidoto al dolore della separazione non esiste e forse non c'é ragione che esista.
La condivisione delle storie di separazione nel cerchio, l'amorevole accoglienza e non-giudizio delle altre donne possono essere d'aiuto.
Per questo mi farebbe piacere impegnarmi in questo percorso di ascolto e condivisione.
Un affettuoso saluto!
Laura
Ciao Donne.
Come da impegni presi vi invio il mio testo su cosa io intendo per separazione con la premessa della piena consapevolezza, mia personale, grazie a letture fatte che mi hanno aiutata ad elaborare.
Ognuna di noi nella vita si trova, prima o poi, a fare esperienza della separazione.
Prima fra tutte quella che in modo graduale facciamo da bambine nel rispetto del tempo dell’infanzia, non in modo drammatico o traumatico. Come avviene questo primo passaggio sembra segnare le modalità mediante la quale affrontiamo tutte quelle separazioni che la vita nel suo corso ci presenterà.
In particolar modo il distacco dalla madre, segno di maturazione e di crescita che ogni individu@ deve necessariamente fare/rinunciare per crescere.
Quando si parla di separazione io personalmente intendo un DISTACCO.
Dagli affetti che c’erano e che non ci sono più, o che non ci saranno mai più significativamente ad una fase della vita che non tornerà mai più.
Alle illusioni, sogni e desideri che hanno brulicato sotto pelle e che si sono interrotti.
I sentimenti e le emozioni che si possono provare nel passaggio dall’essere figlia e diventare madre.
Dall’essere donna e diventare Crona senza che nel mezzo ci sia stato altro.
Accettazione della rinuncia.
Vi abbraccio.
Manila
"Avere fiducia nei veri principi non è mai una scelta facile. Ma certamente non è sempre saggio credere alla validità dell'opinione comune. Ci viene invece chiesto di ascoltare le nostre domande più profonde riguardo alla realtà e lasciare che ci dirigano verso la comprensione intuitiva; non permettere ai dubbi e alla mera congettura di dissuaderci. La fiducia è una profonda forza di trasformazione. E così pure la pazienza. I valori della cultura corrente mettono l'accento sulla gratificazione istantanea. 'Ora' è tutto. Per prendere un esempio dalla botanica, non possiamo veder crescere un albero. Il processo di una ghianda che si trasforma in una grande quercia è quasi inimmaginabile. Se aspiriamo a ciò che è interiormente davvero grande, ciò che è intrinsecamente libero da sofferenza, abbiamo bisogno di fiducia. Abbiamo bisogno di pazienza. Come gli alberi queste virtù possono essere coltivate."